Gianluca Grossi, che aveva fatto conoscere per primo al pubblico la storia di Hussam Al Khouly, il pompiere palestinese ferito alle gambe durante un intervento di soccorso, nel documentario “Gaza: liberi di morire”, lo ha seguito e filmato con la sua telecamera durante l’intero suo soggiorno nel Canton Ticino e dopo il suo rientro a Gaza. Ne è nato il documentario 44 giorni: un titolo che riassume quello che il protagonista Hussam definisce il periodo più bello della sua vita. Un’ora di immagini per ripercorrere la storia di un uomo a cui la guerra non aveva rubato soltanto una gamba, ma anche la speranza e la voglia di vivere. Il documentario ricostruisce i momenti più significativi dell’esperienza di Hussam in terra elvetica e si sofferma sulle straordinarie emozioni che la scoperta della libertà, respirata a pieni polmoni per la prima volta, suscita in Hussam e nel fratello Nabil, che lo accompagnava. Il documentario, che si sviluppa appoggiandosi su testimonianze dirette, propone, oltre che l’appassionante storia di una vicenda umana non comune, una riflessione quanto mai attuale sulla solidarietà e i suoi valori.