Il film, una celebrazione della musica come arma di lotta, descrive come i cambiamenti nella lirica, nei ritmi e nelle melodie dei canti di liberazione riflettono la radicalizzazione della resistenza nera in risposta ai provvedimenti sempre più severi dell'apartheid. Nel contesto della campagna di lotta degli anni '50, allegre canzoni avvisavano "Attento Verwoerd, l'uomo nero ti prenderà"; il massacro di Sharpeville diede vita a una serie di canti funebri e i tumulti del 1976 videro la nascita di canzoni piene di dinamismo giovanile, che esprimevano rabbia e ostilità. Le interviste con i più grandi musicisti sudafricani – Dolly Rathebe, Miriam Makeba, Hugh Masekela e Sibongile Khumalo – inserite all'interno di un metraggio degli avvenimenti principali, contribuiscono a raccontare in modo originale e avvincente questo importante capitolo della storia del Sudafrica. Dopo una lavorazione durata nove anni, il film rende gioiosamente onore alla musica, vista come una delle armi di lotta più potenti.