Girato per la maggior parte a Johannesburg, Come Back Africa racconta la storia di una famiglia Zulu strappata dalle sue radici e gettata in una strana "giungla" cittadina. A causa della tirannia delle autorità sudafricane, Rogosin fu costretto a girare il film con telecamere nascoste e a portare di nascosto la pellicola fuori dal continente. Una volta terminato il film, che descrive i protagonisti come pedine impotenti della burocrazia dei bianchi, fu condannato come radicale propaganda da molti circoli della piccola nobiltà terriera, specie quella legata all'estrazione del carbone (il protagonista viene sfruttato nelle miniere fino alla morte). Dalla prima uscita di Come Back Africa le condizioni a Johannesburg sono migliorate, ma gli abusi descritti nei confronti dei diritti umani continuano ad essere perpetrati ovunque, rendendo questo film di 35 anni fa attuale come il giornale di oggi.