Etiopia verso la metà degli anni Ottanta. Durante la carestia scoppiata sul finire del 1984/85, Israele e gli Stati Uniti aiutarono a trasportare in Israele diverse migliaia di ebrei etiopi, chiamati “falasha” o, in ebraico, “Bet Israel”. Questa impresa divenne nota con il nome di “Operazione Mosè”. Il protagonista è un bambino non ebreo che, in mezzo al trambusto, è stato convinto dalla madre a farsi credere ebreo per evitare di morire di fame. Una volta in Israele, si finge orfano e viene adottato da una famiglia di ebrei sefarditi immigrata dalla Francia. Il ragazzo cresce e impara a conoscere il giudaismo e i valori occidentali, sperimentando anche il razzismo (è di pelle nera) e la guerra nella zona occupata del paese.